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Radioprotezione medica: domande e risposte

La radioprotezione medica è un tema che riguarda una quantità crescente di professionisti, studi medici e reparti ospedalieri. Con il diffondersi in ambito medico di tecnologie basate sull’uso di radiazioni ionizzanti è infatti necessario attuare tutte le misure in grado di garantire la sicurezza di operatori e pazienti.

In questo articolo analizziamo alcune delle domande più diffuse sull’argomento, fornendo le relative risposte.

Cosa si intende per radioprotezione?

Il termine “radioprotezione medica” indica tutte le attività di sorveglianza di tipo medico mirate alla protezione dei lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti. L’obiettivo finale è massimizzare i benefici delle procedure radiologiche, come le radiografie e le scansioni CT, riducendo al contempo al minimo l’esposizione alle radiazioni.

lastra radiografica
Crediti: Freepik

Le strategie di radioprotezione includono l’ottimizzazione delle dosi di radiazione, la selezione oculata delle procedure, l’uso di schermi piombati per ridurre l’esposizione e la formazione del personale su pratiche sicure. La radioprotezione è cruciale per garantire che i pazienti ricevano cure di alta qualità senza compromettere la loro sicurezza o quella del personale medico.

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Chi si occupa di radioprotezione medica?

La radioprotezione medica coinvolge diverse figure professionali, tra cui il Medico Autorizzato. Quest’ultimo è un medico specializzato nella gestione delle radiazioni ionizzanti in ambito clinico, che ha sostenuto un percorso formativo specifico e ha conseguito un diploma abilitativo, venendo poi inserito in un elenco presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il suo ruolo cruciale comprende la pianificazione e la supervisione delle procedure radiologiche, l’ottimizzazione delle dosi di radiazione per i pazienti, la formazione del personale sanitario e il monitoraggio della conformità alle normative sulla radioprotezione.

Inoltre, il Medico Autorizzato deve garantire che le pratiche radiologiche siano sicure ed efficaci, riducendo al minimo l’esposizione alle radiazioni per pazienti e operatori sanitari. 

esperto di radioprotezione per radiazioni ionizzanti
Esperto di radioprotezione – Atlas Services

Qual è il ruolo dell’EDR in ambito di radioprotezione medica?

L’Esperto di Radioprotezione (EDR) è responsabile della progettazione e dell’implementazione delle misure atte a minimizzare l’esposizione alle radiazioni per pazienti e operatori sanitari durante le attività diagnostiche e terapeutiche.

Le sue responsabilità comprendono la valutazione e l’ottimizzazione delle dosi di radiazione, la formazione del personale medico e tecnico, la gestione dei dispositivi di protezione individuale e la verifica della conformità alle normative. Collabora con il Medico Autorizzato per definire strategie e modalità di protezione a partire dalle specificità presenti sul luogo di lavoro.

esperto di radioprotezione che sorveglia il luogo di lavoro.
Esperto di Radioprotezione – Atlas Services

Quale legge regola la radioprotezione medica?

In Italia, la radioprotezione medica è regolata principalmente dalla legge n. 187 del 1º agosto 2000, nota come “Legge sulla Radioprotezione“. Questa legge stabilisce i principi fondamentali per la protezione dalle radiazioni ionizzanti e include disposizioni specifiche relative alla radioprotezione medica.

Inoltre, il Decreto Legislativo n. 101 del 2 luglio 2018 (D.Lgs. 101/2018) ha recepito la Direttiva Europea 2013/59/Euratom, che riguarda la radioprotezione delle persone esposte a radiazioni ionizzanti in ambito medico. Questo decreto stabilisce le norme relative alla radioprotezione medica, compresi i requisiti per la formazione del personale, la gestione delle dosi di radiazione e la protezione dei pazienti.

Cosa vuol dire la sigla Alara?

La sigla “ALARA” sta per “As Low As Reasonably Achievable,” che in italiano significa “Tanto Basso Quanto Ragionevolmente Possibile”: questo principio si riferisce alla necessità di mantenere le esposizioni alle radiazioni ionizzanti il più basse possibile, tenendo conto di fattori quali la tecnologia disponibile, la necessità di effettuare un esame radiologico e i limiti imposti dalle normative di sicurezza. 

In altre parole, si tratta di ridurre al minimo l’esposizione alle radiazioni senza compromettere la diagnosi o il trattamento medico, in modo da proteggere la salute dei pazienti e degli operatori sanitari.

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