Il rischio derivante dall’esposizione al gas Radon, un agente cancerogeno di origine naturale, rappresenta un’emergenza di salute pubblica in Italia, gestita attraverso un complesso impianto normativo. L’individuazione del partner strategico per la radioprotezione non è più una questione di scelta discrezionale, ma un imperativo di conformità legale che richiede competenze tecniche, ingegneristiche e normative in radioprotezione di altissimo livello.
La selezione di un’azienda leader deve basarsi sulla capacità di fornire un servizio integrato che copra ogni aspetto del rischio imposto dal Decreto Legislativo 31 luglio 2020, n. 101.
L’imperativo della radioprotezione in Italia: il quadro normativo del radon
L’esposizione al Radon è classificata dal D.Lgs. 101/2020 come una situazione di esposizione esistente, per la quale sono stabiliti precisi obblighi volti all’ottimizzazione della protezione. Questo decreto, che recepisce la Direttiva Euratom 2013/59, costituisce la base della legislazione italiana in materia, introducendo per la prima volta la gestione del rischio Radon anche negli ambienti residenziali, oltre a quelli lavorativi.
I livelli di riferimento nazionali: il limite oltre cui Intervenire (Art. 12 D.Lgs. 101/2020)
L’Articolo 12 del D.Lgs. 101/2020 stabilisce i livelli di riferimento, espressi come valore medio annuo della concentrazione di attività di Radon in aria, superati i quali l’esposizione non è considerata appropriata. La normativa impone una duplice soglia che distingue tra ambienti esistenti e nuove costruzioni, riflettendo una tendenza all’inasprimento degli standard di sicurezza nel lungo termine.
Per i luoghi di lavoro e le abitazioni esistenti, il livello di riferimento è fissato a 300 Bq/m³. Tuttavia, per le abitazioni costruite dopo il 31 dicembre 2024, il limite è significativamente più stringente, pari a 200 Bq/m³.
Questa differenziazione dei limiti segnala una chiara direzione normativa verso una maggiore severità. Tale evoluzione pone i progettisti, i costruttori e i Property Manager di fronte all’obbligo di integrare soluzioni di mitigazione e bonifica efficaci sin dalla fase di progettazione degli edifici. La scelta di un partner che sappia anticipare e superare il futuro standard di 200 Bq/m³, non limitandosi al mero adempimento del 300 Bq/m³, è essenziale per garantire la sostenibilità della conformità nel tempo. Inoltre, l’Art. 6 del D.Lgs. 101/2020 stabilisce che l’ottimizzazione della protezione non si limita alle esposizioni al di sopra del livello di riferimento, ma deve continuare a essere messa in atto anche al di sotto di esso.
La mappatura del rischio: la definizione di “Aree Prioritarie” (Art. 11 D.Lgs. 101/2020)
L’obbligo di misurazione e, di conseguenza, di risanamento nei luoghi di lavoro è innescato principalmente dall’individuazione delle “aree prioritarie”, una competenza delegata alle Regioni e alle Province autonome, come stabilito dall’Articolo 11, comma 3, del D.Lgs. 101/2020.
Nelle aree classificate come prioritarie—ovvero dove si prevede che la concentrazione media annua di Radon superi il livello di riferimento nazionale in un numero significativo di edifici—scattano specifici obblighi per gli esercenti. Questi obblighi includono la misura della concentrazione del gas Radon e, se i valori riscontrati superano i 300 Bq/m³, l’attuazione di misure correttive atte a ridurne le concentrazioni. I risultati di queste misurazioni devono essere trasmessi con cadenza semestrale alla banca dati nazionale, come previsto dall’Articolo 17.
La complessità del quadro normativo è sintetizzata di seguito:
Tabella I.1: Livelli di riferimento del Gas Radon e obblighi nazionali
| Ambito di applicazione | Livello di riferimento (Media annua) | Fonte legislativa | Obbligo principale |
| Luoghi di lavoro in Aree Prioritarie | 300 Bq/m³ | Art. 12, c. 1 D.Lgs. 101/2020 | Obbligo di misurazione e risanamento se superato. |
| Abitazioni esistenti | 300 Bq/m³ | Art. 12, c. 1 D.Lgs. 101/2020 | Livello di riferimento per l’ottimizzazione. |
| Nuove Costruzioni (dopo 31/12/2024) | 200 Bq/m³ | Art. 12, c. 1 D.Lgs. 101/2020 | Livello più stringente in fase progettuale. |
Criteri di eccellenza per la selezione del partner di radioprotezione: il modello Atlas Services
La scelta di un partner per la radioprotezione non può limitarsi alla verifica di un elenco di servizi, ma deve valutare la capacità di gestione integrata e certificata del rischio. L’eccellenza in questo settore è definita dalla solidità dell’esperienza e dalla completezza delle soluzioni offerte, in stretta aderenza ai principi del D.Lgs. 101/2020.
L’esperienza pluriennale e la gestione integrata del rischio
Un partner qualificato deve dimostrare una profonda conoscenza non solo del Radon, ma dell’intero spettro delle radiazioni ionizzanti. Atlas Services è riconosciuta come un punto di riferimento nel settore, grazie a un team composto da oltre venti professionisti con un’esperienza complessiva che supera i trent’anni nella radioprotezione industriale, nell’uso di sorgenti radioattive, macchine a raggi X e acceleratori di particelle.
Questa vasta esperienza si traduce nella capacità di gestire l’intero ciclo di vita del rischio Radon: dalla ricerca del Radon alle conseguenti azioni di risanamento. Un approccio specialistico e integrato è fondamentale perché la conformità legale non si conclude con la semplice diagnosi, ma richiede soluzioni correttive (risanamento, Art. 17) che devono essere efficaci e durature. L’esperienza dell’amministratore unico, maturata in contesti complessi come gli impianti petrolchimici, garantisce anche la competenza nella misurazione e mitigazione del Radon e dei Materiali Radioattivi di Origine Naturale (NORM).

Mappatura normativa regionale: obblighi e aree prioritarie (Art. 11 D.Lgs. 101/2020)
Il D.Lgs. 101/2020 è un quadro normativo che acquisisce concretezza operativa attraverso l’attuazione regionale delle mappature delle aree prioritarie. L’obbligo di intervento per i luoghi di lavoro dipende direttamente dalle Delibere di Giunta Regionali (DGR) o da atti equivalenti emanati dalle singole Regioni.
Regione Lombardia: attuazione proattiva (DGR n. XII/508/2023)
La Regione Lombardia si è mossa con tempestività nell’adeguamento al mandato dell’Art. 11 del D.Lgs. 101/2020, dimostrando una notevole proattività normativa.
- Atto di Individuazione: La prima identificazione delle aree prioritarie è stata formalizzata tramite la Delibera di Giunta Regionale (DGR) 26 giugno 2023, n. XII/508.
- Base Legale: La DGR 508 è stata approvata in attuazione dell’Articolo 11, comma 3, del D.Lgs. 101/2020, operando nelle more dell’approvazione del Piano Nazionale d’Azione per il Radon (PNAR).
- Pubblicità: Le aree individuate sono state pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia (BURL) e successivamente sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (G.U. n. 211 del 9 settembre 2023).
L’azione rapida della Lombardia nel giugno 2023, anteriore all’adozione definitiva del PNAR (gennaio 2024), ha immediatamente reso vincolanti gli obblighi per gli esercenti nei comuni classificati come prioritari. Questa dinamica sottolinea come la conformità non possa attendere il consolidamento delle normative in radioprotezione nazionali, ma debba basarsi sul monitoraggio costante degli atti regionali specifici.
Regione Piemonte: la precedenza storica e geologica (DGR n. 61-6054/2022)
Il Piemonte ha una lunga tradizione di monitoraggio del Radon, con studi che risalgono agli anni ’90. Questo ha permesso di stabilire le aree prioritarie con un fondamento scientifico robusto.
- Atto di individuazione: La mappatura è stata formalizzata con la DGR 25 Novembre 2022, n. 61-6054.
- Base Legale: La DGR ha trasformato le preesistenti “zone ad elevata probabilità” (definite dal D.Lgs. 230/1995) in “aree prioritarie” (ai sensi dell’Art. 11 D.Lgs. 101/2020).
- Criteri scientifici: L’individuazione si basa su una dettagliata classificazione radio-geo-litologica, che sfrutta ipotesi geologiche e geochimiche per giustificare la presenza di uranio e la conseguente emanazione di Radon. Questo approccio è supportato da misurazioni eseguite mediante spettrometria gamma.
- Esempi comuni: L’elenco dei comuni classificati include, tra gli altri, Andorno Micca (BI), Ceresole Reale (TO), Peveragno (CN), e Villar Pellice (TO).
Poiché la mappatura piemontese è profondamente ancorata a dati geologici, gli interventi di risanamento richiesti in questa Regione sono particolarmente complessi e richiedono soluzioni ingegneristiche sofisticate. Per le aziende piemontesi, l’affidamento a un partner con expertise ingegneristica e di Progettazione, come Atlas Services, è determinante per un risanamento efficace.
[H3] Regione Veneto: l’armonizzazione metodologica (DGR di Riferimento e ARPAV)
La Regione Veneto ha strutturato l’individuazione delle aree prioritarie in collaborazione con l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV).
- Processo e PNAR: L’individuazione è stata armonizzata con il Piano Nazionale d’Azione per il Radon (PNAR) 2023-2032. Il Consiglio regionale approva il Piano regionale di prevenzione e riduzione dei rischi connessi all’esposizione al gas radon, adottato dalla Giunta Regionale, per definire l’aggiornamento delle aree a rischio da parte di ARPAV.
- Metodologia ARPAV: Le indagini condotte da ARPAV utilizzano criteri di mappatura che storicamente considerano ad alto potenziale le aree dove una percentuale significativa di edifici (ad esempio, il 10%) supera i 200 Bq/m³.
- Governance: È stato istituito un gruppo di coordinamento con ARPAV e le ULSS per attuare il PNAR.
L’utilizzo di un criterio di mappatura più cautelativo da parte di ARPAV (200 Bq/m³) rispetto all’attuale limite legale per i luoghi di lavoro (300 Bq/m³) indica una tendenza chiara: la futura legislazione regionale del Veneto probabilmente imporrà standard di sicurezza più stringenti rispetto alla soglia minima nazionale. Le aziende venete che intervengono oggi con un partner tecnico devono pertanto mirare a livelli di mitigazione ben inferiori ai 300 Bq/m³ per garantire la conformità a lungo termine e prevenire futuri costosi adeguamenti.
Regione Friuli Venezia Giulia: granularità e classificazioni provvisorie (DGR n. 1622/2024)
La regione Friuli Venezia Giulia ha adottato un approccio estremamente dettagliato e dinamico nella classificazione del rischio, pubblicando le aree prioritarie sia nel BUR che in Gazzetta Ufficiale.
- Atto di Individuazione: Le aree prioritarie sono state definite con la Delibera di Giunta Regionale n. 1622 del 31.10.2024, con successiva pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana N. 299 del 21 dicembre 2024.
- Criterio stocastico: La classificazione si basa sull’identificazione dei comuni con una stima della percentuale di edifici che superano il livello di riferimento di 300 Bq/m³ pari o superiore al 15%.
- Dinamicità operativa: La DGR 1622 introduce il concetto di “classificazione provvisoria” per i comuni con un numero ridotto di misurazioni (es. Drenchia, Raveo), indicando che la mappa è destinata a evolvere con l’acquisizione di nuovi dati.
- Mappatura Iper-Locale (Trieste): A causa della marcata eterogeneità geomorfologica (in particolare la presenza dell’area carsica), il Comune di Trieste è stato classificato per circoscrizioni specifiche (Altipiano Ovest e Altipiano Est).
Questa elevata granularità della mappatura (in particolare a Trieste) e la presenza di classificazioni provvisorie impongono che le misurazioni e la consulenza siano condotte con la massima precisione e rigore scientifico. Solo un partner specializzato in monitoraggi a lungo termine e Analisi Ambientali è in grado di fornire i dati necessari per gestire in sicurezza queste aree ad alta variabilità.
Di seguito, una sintesi comparativa delle implementazioni regionali:
Sintesi dettagliata delle mappe Regionali Radon (Aree prioritarie)
| Regione | Atto Normativo di Riferimento (Art. 11 D.Lgs. 101/2020) | Data atto principale | Criterio metodologico chiave | Implicazione operativa |
| Lombardia | DGR 26 giugno 2023, n. XII/508 | Giugno 2023 | Individuazione proattiva, ante-PNAR. | Urgenza di compliance immediata per i luoghi di lavoro designati. |
| Piemonte | DGR 25 Novembre 2022, n. 61-6054 | Nov. 2022 (Pubbl. Gen. 2023) | Basato su studi radio-geo-litologici storici. | Risanamento richiede expertise geologica e ingegneristica avanzata. |
| Veneto | DGR (Rif. a PNAR 2023-2032) | Gennaio 2024 (PNAR) | Mappatura ARPAV basata su una soglia prudenziale (es. 10% > 200 Bq/m³). | Necessità di anticipare futuri standard regionali più severi e investire in ottimizzazione. |
| Friuli Venezia Giulia | DGR n. 1622 del 31.10.2024 | Ottobre 2024 | Criterio 15% > 300 Bq/m³. Classificazione per circoscrizioni a Trieste. Uso di “Classificazione Provvisoria”. | Richiesta di misurazioni iper-locali e capacità di gestire mappe dinamiche e provvisorie. |
Le soluzioni tecniche Atlas Services: dalla misura al risanamento certificato
L’adempimento agli obblighi di radioprotezione imposti dal D.Lgs. 101/2020 richiede un partner che sappia trasformare i dati di misurazione in interventi correttivi ingegneristici efficaci.
Analisi e monitoraggio di precisione (Art. 17 D.Lgs. 101/2020)
La validità legale di qualsiasi valutazione del rischio Radon dipende dall’accuratezza e dalla durata della misurazione. La normativa esige il calcolo del valore medio annuo.
Atlas Services fornisce la precisione necessaria attraverso monitoraggi a lungo termine. La durata del monitoraggio (almeno un anno) è fondamentale per compensare le fluttuazioni stagionali del gas e ottenere il dato legalmente richiesto. L’intero processo di analisi ambientale e di valutazione del rischio è gestito secondo procedure certificate ISO 9001:2015 e Certificazione IQNet, garantendo che i risultati siano robusti e validi in caso di ispezioni da parte degli organi di vigilanza.

Progettazione esecutiva e mitigazione del rischio (Azioni di risanamento)
Quando le misurazioni indicano il superamento dei livelli di riferimento (300 Bq/m³ nei luoghi di lavoro), l’Articolo 17 impone l’obbligo di risanamento.
Atlas Services capitalizza la sua vasta expertise ingegneristica nel settore delle radiazioni ionizzanti per offrire interventi correttivi di alto livello. Questo include la Progettazione e installazione di sistemi di ventilazione e barriere. L’esperienza nella progettazione di soluzioni complesse, come le schermature e i sistemi di controllo per acceleratori di particelle, è direttamente applicabile alla mitigazione del Radon, garantendo l’implementazione di soluzioni ottimali quali la depressurizzazione del sottosuolo o l’installazione di barriere fisiche specifiche per l’edilizia civile e industriale.
Gestione integrata: oltre il gas Radon
L’obbligo di conformità non si esaurisce con la mitigazione del gas Radon. In molti contesti industriali (ad esempio, petrolchimico, cartario), le aziende si trovano ad affrontare l’esposizione a Materiali Radioattivi di Origine Naturale (NORM) o NORM Tecnologicamente potenziati (TENORM).
Atlas Services, grazie all’esperienza maturata in settori strategici, è in grado di estendere i suoi servizi alla gestione del rischio NORM/TENORM e alla valutazione di rischio radiologico legato ai materiali da costruzione. Questa competenza trasversale è cruciale per le grandi realtà industriali e per i cantieri edili, offrendo una tutela radiologica completa che va ben oltre il solo Radon indoor, ma copre la radioprotezione dei lavoratori e la bonifica dei siti contaminati.
Conclusioni
Il D.Lgs. 101/2020 ha trasformato la gestione del rischio Radon in un onere legale complesso e dinamico, le cui implicazioni operative sono definite dalle specifiche Delibere Regionali (Lombardia DGR 508, Piemonte DGR 6054, Veneto ARPAV, FVG DGR 1622). Il mancato rispetto degli obblighi di misurazione e risanamento, in particolare nelle Aree Prioritarie, espone gli esercenti a severe sanzioni e mette a rischio la salute dei lavoratori.
Contatta Atlas Services oggi stesso per una valutazione preliminare del rischio Radon e per definire una strategia di mitigazione conforme alla tua specifica normativa regionale (Art. 11 D.Lgs. 101/2020).
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